Niente più cani alla catena o sfruttati per accattonaggio?

Al Pirellone è stata presentata una proposta di legge per la Lombardia, analoga a quella già approvata in Veneto:

"Vietata la catena per i cani e lo sfruttamento degli animali per l’accattonaggio, obbligo del microchip e il libero accesso nei luoghi pubblici, negli esercizi commerciali e nelle strutture ospedaliere”.

Con quali limiti? Vediamo più in dettaglio la proposta.

Il divieto vale solo per l'esibizione degli animali a scopo di accattonaggio, e non vale per i senza fissa dimora che si accompagnano con l'animale per necessità.

Il libero accesso degli animali domestici è consentito in tutti i luoghi pubblici: esercizi pubblici e commerciali, manifestazioni fieristiche, locali e uffici aperti al pubblico, mezzi di trasporto pubblico e strutture ospedaliere pubbliche o private, con le seguenti limitazioni o condizioni:

- nelle strutture residenziali, semi-residenziali e ospedaliere, pubbliche e private, l'accesso deve avvenire «nel rispetto delle disposizioni e dei criteri individuati e disciplinati dalle direzioni sanitarie»

- negli esercizi commerciali gli esercenti possono adottare, "sulla base di concrete e specifiche esigenze di tutela igienico-sanitaria, misure limitative all’accesso, previa esposizione dell’ordinanza del sindaco."

- in alcuni luoghi pubblici è previsto l'obbligo del guinzaglio e museruola e del possesso degli strumenti per l'asportazione delle deiezioni degli animali.

La norma, però, prevede anche obblighi e sanzioni per i proprietari.
Viene previsto l’innalzamento di una serie di sanzioni per l’abbandono o il maltrattamento, per chi non iscrive il cane all’anagrafe canina entro 15 gg dall’inizio del possesso (o 30 giorni dalla nascita).

La proposta di legge intende facilitare e tutelare il rapporto di affezione con i nostri animali domestici, ormai diventati parte integrante della nostra vita e della nostra famiglia basti pensare che in Lombardia, dove vige l’obbligo di registrarli, abbiamo 1,2 milioni di cani.